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Prime prove tecniche di coesistenza tra sostenibilità ambientale e imposizione fiscale. 

La risposta n. 329 del 10 giugno 2022 edita dall’Agenzia delle Entrate apre uno spiraglio concernente l’assenza, a determinate condizioni, di un benefit aziendale fiscalmente rilevante nel caso di concessione aziendale di ricariche elettriche in favore di lavoratori in possesso di autovetture a ridotto impatto ambientale. 

Forse, nell’assunto pacifico a merito del quale i cambiamenti di cultura aziendale possono essere proposti se, quantomeno, non generino impatti in senso fiscale, l’Agenzia delle Entrate ha recentemente richiamato l’attenzione sulla mobilità sostenibile o meno inquinante. 

Se poi si aggiunge anche la recentissima presa di posizione di cui alla circolare n°ì27/E del 14 luglio 2022 a merito della quale il buono carburante può chiaramente essere utilizzato anche per le ricariche di “veicoli”  elettrici, forse stiamo andando verso la giusta direzione.  

E chissà, magari tale apertura potrà finalmente essere considerata anche dai Mobility Manager, figura introdotta (forse meglio dire “spinta” dato che esistevano anche prima) dal Decreto Rilancio (Dl 19.05.2020 n°34) ed obbligatoria per tutte le aziende pubbliche e private con almeno 100 dipendenti localizzati in comuni popolosi, aree metropolitane e capoluoghi di provincia  a cui è stato assegnato il gravoso compito di “consentire la riduzione strutturale e permanente dell’impatto ambientale derivante dal traffico veicolare nelle aree urbane e metropolitane, attraverso l’attuazione di interventi di mobilità sostenibile” (art 1 DM 12.05.2021).

Articolo pubblicato sul numero 08-09 del 05 agosto 2022 de Il Corriere delle Paghe, mensile de Il Sole 24 Ore. Approfondimento a cura di Dario Ceccato e Elisa Boscaro.