Si scrive “lavoro tramite piattaforme digitali” si legge “riders”.
Come se la questione lavorativa nella gig economy (l’economia dei lavoretti) si limitasse alla tutela dei rider, i fattorini in bicicletta. Così non è nella realtà: le istanze di tutela dei rider si estendono, di fatto, anche ai driver, agli shopper e più in generale a tutte quelle collaborazioni ( occasionali e non) che si confrontano con le insidie della tecnologia e delle piattaforme digitali. Eppure, se da una parte il Capo V-bis del D.L. n. 101/2019 è rubricato “Tutela del lavoro tramite piattaforme digitali”, dall’altra l’ambito di applicazione della disciplina si rivolge esclusivamente a quei “i lavoratori autonomi che svolgono attività di consegna di beni per conto altrui, in ambito urbano e con l’ausilio di velocipedi o veicoli a motore di cui all’articolo 47, comma 2, lettera a), del codice della strada, di cui al decreto legislativo 30 aprile 1992, n. 285, attraverso piattaforme anche digitali”: solo a chi svolge attività di consegna dunque, e solo chi utilizza biciclette e scooter (non i driver, che trasportano persone, e neppure gli shopper, che invece fanno la spesa; entrambi peraltro con l’ausilio di automobili, che non rientrano nel novero dei veicoli di cui all’articolo 47, comma 2, lettera a), del codice della strada). Il legislatore, dunque, pur volendo disciplinare il “lavoro tramite piattaforme digitali” ha poi di fatto pensato solo ai rider quando ha declinato le disposizioni di cui al Capo V-bis; e non è un caso che il D.L. n. 101/2019, che tale Capo V-bis ha introdotto, è ai più noto, per l’appunto, quale “Decreto Rider”. Da ultimo le stesse linee guida diffuse dall’Ispettorato Nazionale del Lavoro in data 30.10.2020 con circolare n. 7 /2020 hanno confermato che l’ambito di applicazione del Capo V-bis è limitato ai soli rider, riguardando «le prestazioni lavorative rese, in regime di autonomia, dai ciclofattorini individuati con specifico rinvio alle richiamate norme del codice della strada, attraverso piattaforme anche digitali[ … ]».
Articolo pubblicato sul numero 12 di dicembre de Il Corriere delle Paghe, mensile de Il Sole 24 Ore.
Approfondimento a cura di Elisa Boscaro (CTP) e Simone Carrà (LabLaw).